LORENZO GIARDINI
Nasce a Fermo nel 1992. Dopo gli studi classici e la laurea in Giurisprudenza oggi lavora per il Tribunale di Rovigo. Coltiva la passione per la chitarra, la filosofia e la letteratura. Scrive poesie ed aforismi su temi vari riguardanti in particolare il senso dell’esistenza, la critica alla società della tecnica, il naturalismo, il romanticismo e il decadentismo.
Motivazione del premio
Il componimento denota una lettura matura, disincantata e colta del tema, con riferimenti sottesi alla letteratura classica, a Dante e ad Ungaretti. Il lessico, ricercato, è costruito sugli opposti (saggio/empio, finito/infinito…). La discontinuità ritmica e musicale contribuisce a rafforzare il concetto, insito, di critica alla società moderna.
Il vuoto pieno del finito
D’altri tempi è il mio sentire
irrequieto e mai appagato
recintato in una realtà
d’immagine così perfetta
da sopprimere il desiderio d’infinito.
Nei tempi imperfetti, l’umano limite
era guida saggia dei giorni,
stella per il nocchiero nel mare procelloso
dacché oggidì, le disumane genti senza limiti
si ingannano di essere loro stesse
generatrici delle sorti
gareggiando a costruire l’effimero più bello.
E’ l’inferno dei senzienti,
non v’è altro che una distesa amorfa
la pienezza vuota del finito.